Ciao Rottincuore, la mia storia è banale, banalissima, eppure credo che sia catartico parlarne così perché non l’ho mai raccontata a nessuno com’è veramente…
A 16 anni una cotta tremenda per un ragazzo che non mi ha mai ricambiata, gli muoio dietro per anni senza avere mai il coraggio di confessarmi, alla fine tutta la compagnia di amici lo sapeva, e credo proprio che lo sapesse anche lui. Mai confessato perché? Perché mi vergognavo… Io non potevo essere innamorata di qualcuno, non poteva piacermi qualcuno, perché sarebbe stato troppo difficile reggere un rifiuto. Passo anni interi così, per me è una cosa al limite dell’ossessione. Tutt’ora, almeno 16 anni dopo, ogni tanto mi ritrovo a pensarlo, pur sapendo di essere diventata, tramite amicizie in comune, una delle persone che odia di più al mondo. Il perché non lo scoprirò mai, gli ho scritto giusto quest’estate una lettera dove finalmente mi sono dichiarata e dove mi scusavo per il mio comportamento poco carino nei suoi confronti, ma a questa lettera non ho mai ricevuto alcuna risposta, già sono stata sottona per anni, capisco che il silenzio è già di per sé una risposta.
Comunque, tornando a me… Non ho esperienze fino ai 21 anni, nemmeno un bacio, la più sfigata dalle compagnia sicuramente, nessuno ci prova mai con me, io non ci provo con nessuno pur di non venire rifiutata eppure invento e racconto di avere una storiella con un compagno di classe alle mie amiche che non lo conoscono e una storiella con uno con le mie compagne di classe. Mi costruisco un personaggio da femme fatale (?!), lo vendo bene… Tutti ci credono. Il tocco di classe? Mi invento pure una storia con un professore della mia classe… E le mie amiche ci credono pure!
Finisce il liceo, inizio l’università da fuori sede… Ma non mi spoglio dal mio personaggio. Conosco finalmente qualcuno di vero, che inizia a corteggiarmi, a lui racconto parte della mia vita e delle mie finte esperienze e boom! Succede. Ci mettiamo insieme. Pochi mesi dopo, lui mi dice “ti amo”, non riesco mai a contraccambiare, io non mi sono affatto innamorata di lui (gli voglio bene, ma non con la stessa intensità che ho provato quell’altro ragazzo di cui ho parlato prima) eppure non glielo dico, fingo (?) è vado avanti… Con lui ci sto bene, benissimo. Così bene che compriamo casa, condividiamo esperienze e progetti e ci faccio pure una figlia, nata l’anno scorso.
Credo che in questi anni insieme sia sicuramente nato un sentimento forte, siamo legatissimi e abbiamo un’intesa fantastica ma… Inizio a tradirlo. In maniera inaspettata, un collega di lavoro, al mio rientro dalla maternità, inizia ad avvicinarsi a me, mi sembra seriamente interessato. Abbiamo un ruolo entrambi in Azienda che ci porta a condividere molto, anche passando spesso molto tempo insieme. Lo conosco da anni, sempre considerato un bel figo ma mai avrei pensato che con lui potesse succedere qualcosa, anche perché è sposato e non mi pareva proprio di essere il suo tipo. Eppure, ci prova, in modo nemmeno troppo di classe e io cedo. Cedo perché mi sembra strano che qualcuno come lui, di cui mi sono invaghita, abbia interesse per una come me, anzi, sembra proprio assurdo che quello fra i due più preso sembri lui. Cedo perché mi sento di nuovo una donna e non solo una madre. Cedo perché non mi sembra vero di poter vivere quell’amore adolescenziale che ho sempre desiderato vivere ma… Le cose, logicamente, non stanno andando come vorrei. Tutto di nascosto, tutto in sordina, come è giusto che sia. Lui non riesco bene ad interpretarlo, a tratti mi sembra coinvolto, a momenti meno. La storia va avanti da 6 mesi, e non ci siamo mai baciati. Mai. È la cosa che mi pesa di più. Lui non mi sembra che ci abbia mai provato, io non mi azzardo. Come potrei sopravvivere al suo rifiuto? Che poi… Mica mi rifiuta. Va in vacanza con la moglie e mi cerca, ogni scusa è buona per vedermi, si è fatto km per stare con me una mezz’ora… Ma non capisco se è solo per necessità di svuotarsi le palle o se c’è dell’altro. Io cerco di fare la sostenuta, quando a volte vorrei solo coccole e la sua presenza. A volte lo guardo e mi sembra di guardarmi allo specchio. Mi sembra di avvertire in lui la mia stessa essenza. Non abbiamo mai parlato di sentimenti, o di come si metteranno le cose, viviamo sospesi nel presente. Io penso spesso che vorrei chiudere ma poi non ne ho il coraggio… Nemmeno vorrei di più. Anzi no, vorrei poter esprimere affetto ma so che devo trattenermi perché lui, che detta le regole del gioco, per primo ha detto: solo divertimento. Non gli chiederei mai di mollare la moglie per me, come per assurdo il non ho nessuna intenzione di lasciare il mio compagno. Vorrei solo essere trattata più come una persona che come un distributore di pompini umano. Oddio, che poi mica mi forza, ci mancherebbe. È che forse questa cosa della trombamicizia non fa per me… Insomma, un bel problema, a cui non so che soluzione trovare.
Forse dovrei parlarne con qualcuno che mi aiuti a trovare la strada. Non lo so.
Non so nemmeno che ho scritto, non mi rileggo perché poi mi sale l’angoscia. Per cui prendetemi così, incasinata ed innamorata. Senza sperenza, finirà male.
- A.
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