Sei arrivata come la luce dell’aurora che rischiara la notte più buia. Eri come l’estate: mi coprivi di Sole per giorni e poi mi buttavi addosso di tutto.
Eri come l’estate, e infatti siamo durati un autunno e una primavera, perché la coerenza a noi ha sempre dato fastidio.
Mo’ però è finita n’altra estate: mi spieghi perché mi pedini ovunque vado, ma se ti chiedo di parlare mi dici di no? Perché fai 400km per seguirmi, ma poi fai finta di non vedermi? Sei meglio di così, lo so. Ti voglio bene, ancora adesso, però basta, dai: spesso sto coi miei nipoti e mi ti ritrovo dietro, non è bello.
Ti voglio bene, veramente. Te ne ho voluto di più, ma te ne voglio ancora. Basta, dai.