Domanda per entrambe, Romina e Monia.
Tutte e due siete attiviste LGBTQIA+, ciascuna a suo modo, nel suo mondo.
Attivismo e lavoro, quando non hanno un terreno comune, secondo voi possono venire in contrasto?
Avete mai avuto questa percezione nel vostro lavoro?
Oppure sentite l’attivismo come un modo di essere e quindi inevitabilmente inscindibile dal vostro approccio al lavoro che fate?
In qualche occasione è stato di ostacolo?
Quando invece si è rivelata un’opportunità di crescere e far crescere?